venerdì 11 dicembre 2009

Dolcezze di Natale

( immagine tratta da www.buttermilkpress.com)

Che poi la Dolcezza è una sola: Ginevra! un batuffolo di ciccia del peso di 3 Kg e 740g giunto ad allietare le giornate di mamma e papà, nel giorno del Tacchino. Inutile dire e raccontare che siamo al settimo cielo e non c'è ricetta che possa descrivere quanta dolcezza sia nei nostri cuori in questi giorni.
Ginevra è una buongustaia , le sue poppate sono all'insegna del relax e della serie mislurpofinoallultimagocciadilatte, se provi a farle annusare il bibo storce la bocca diffidente e si gira dall'altro lato.
EEEEHHhhh tutta sua madre!!! Per il resto invece è tutta suo papà, con i capelli che adesso sono neri ma stanno già diventando castani , gli occhi che sono ancora blu scuro ma sotto sotto si intuisce che sono chiari, la boccuccia a cuoricino e due guanciotte immense e morbidissime.
Tanto tempo fa, in qualche mio post e blog precedente, pubblicai una lista dei desideri, e tra questi c'era " un bimbo moro con gli occhi azzurri e le piegotte". Beh... non dico che ci abbiamo azzeccato in pieno ma quasi!.
La pacioccona in questo momento ronfa serena nel passeggino, beata ( lei) e poveri ( noi) perchè ciò vuol dire che stanotte sarà sveglia come un grillo!. Infatti io dovrei approfittare di questi fugaci momenti per recuperare un po' di sonno, ma sto le ore a guardarmela e ad accarezzarla.... Come si fa??
Per oggi dunque, niente ricette, se proprio volete, apritevi un panettone o un pandoro, oppure un bel torrone al cioccolato.. Come lo fanno il torrone dalle vostre parti? No perchè qui c'è del buono eh... alla faccia del terremoto!
Buon Natale a tutti
Eleonora

mercoledì 18 novembre 2009

Novembre Andiamo è Tempo Di Pizzelle

( immagine tratta dal forum di www.cookaround.it)
In questo momento sono più o meno comodamente seduta accanto ad un piacevole focherello che scoppietta allegro, in un piovoso pomerigio di Novembre. Il fuoco, il freddo , la pioggia, evocano la stagione delle foglie morte ed ingiallite, il tempo delle castagne e del vin brulè e quasi quasi mi fanno pensare già al Natale.
Non dico che mi sento più buona d'animo, anzi, per quello oserei dire che nell'ultimo periodo il mio umore tende all'inkazzato fisso che se non fosse per Ginevrotta mia avrei già spetacciato 'sto mondo e quell'altro.
Però, ecco, ho una certa qual voglia di pensare a cose positive e rilassanti. Tra cui annovero ovviamente tutto ciò che sa di gastronomia.
Domenica pomeriggio non avevo niente di meglio da fare che rompere i cabbasisi a mia mamma, già di per sè alle prese con le incombenze domestiche . Lei si aggirava per casa con le movenze del robottino pulitore di Wall-E, disintegrando ogni molecola riconducibile a polvere e suoi derivati, ed io beatamente, con la mia solita faccia angelica ( perchè vorreste dire che non sono un angioletto? Guardate ho pure le alucce piumose) inizio a tirare fuori dagli immacolati sportelli della cucina l'occorrente per realizzare delle gustose e calde PIZZELLE o FERRATELLE o come le chiamate voi.
Quindi:
Farina (400g)
Olio ( 200g)
Uova ( 5, freschissime ed intere)
Lievito per dolci ( 1 bustina)
Cannella in polvere q.b.
Scorza di limone non trattato ( 1, grattugiata)
Zucchero (200g)
Ho visto repentinamente una espressione disperata dipingersi sul volto dell'augusta genitrice, che già aveva immaginato farina e untume sparsi in ogni dove. Da disperata , l'espressione si è tramutata in rassegnazione quando ha visto che stavo posizionando il mio nbook sul tavolo, accanto agli ingredienti, per videochiamarmi con Memo, la di me sorella che vive in quel di Roma.
Credo che da quel momento in poi mia mamma comprerà abiti senza maniche perchè devono esserle certamente cadute le braccia. Per mia fortuna, ha probabilmente ponderato che le donne incinte non hanno tutte le rotelle al posto giusto a causa degli ormoni, ragion per cui ha saggiamente deciso di lasciar correre.
Ho quindi preso posizione davanti ad una scodella comoda e tonda dove ho versato tutti insieme, gli ingredienti sopra elencati. Per pesare l'olio potete servirvi di un bicchierino di carta avendo cura di fare la tara.
Nel frattempo è bene collegare alla presa della corrente il ferro dove andremo a cuocere l'impasto. Mi raccomando, è necessario che sia rovente.
Per dovere di cronaca, esistono 3 ricette ( almeno 3 sono quelle in mio possesso) per questo tipo di dolci, ricette che differiscono per l'aggiunta o meno di alcuni ingredienti e per il variare di alcune quantità. Ma attenzione attenzione, udite udite, ogni ricetta vuole un ferro apposito per la cottura.
Le FERRATELLE dure richiedono il ferro artigianale che si arroventa sulla fiamma, quelle intermedie che stiamo prendendo in esame si adattano all'apposito ferro elettrico, quelle morbide vogliono un terzo specifico arnese.
Mentre la di me amabile sorella imprecava dalla finestra della chat di Skype perchè defraudata del sacrosanto diritto di abbuffarsi delle mie deliziose pizzelle farcite con ogni ben di Dio, nella stanza aleggiava festoso il rumore del frullino elettrico che stavo per immergere nell'impasto ottenuto dalla mescolanza degli ingredienti.
Suggerisco, miei cari piccoli lettori, di 1. IMMERGERE IL FRULLINO. 2. ACCENDERLO.
In questo specifico caso non vale la proprietà dell'addizione per cui cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Cambia eccome.
Se si segue la regola : 1. ACCENDERE IL FRULLINO. 2. IMMERGERLO NELL'IMPASTO, si otterrà come risultato una cucina a strisce, una ciotola che rimbalzerà impazzita sul tavolo, una genitrice in preda a convulsioni, e, nel mio caso, la tastiera del nbook ricoperta di sostanza oleo-appiccicosa.
Nel frattempo il ferro è più che rovente, direi piuttosto fumicante.
Altro suggerimento ( mi dispiace non potete disattivare l'opzione suggerimenti automatici per questo blog), spennellare, prima di versare il composto, il ferro fumicante con dell'olio di oliva su ambo le superfici, passando con cura negli interstizi, per evitare che le delizie si attacchino al ferro e si brucino.
Ora.
Avete già l'acquolina ai lati della bocca.
Con la coda dell'occhio state già individuando il barattolo maxi della Nutella/Marmellata per calcolare con esattezza astronomica quanti millisecondi occorreranno per agguantarlo dopo aver cotto le Pizzelle.
Avete, per le ragioni di cui sopra, dimenticato il particolare del fumicamento del ferro e sarà mooolto probabile che non afferrerete l'arnese per il manico di legno ma andrete a sfiorare con le vostre tenere carni parti che raggiungono la temperatura di fissione dell'atomo.
Vi servono a questo punto un cucchiaio ed un cucchiaino. Con il cucchiaio prelevate dalla ciotola un quantitativo non eccessivo di impasto, quindi, in un tempo incredibilmente breve, sennò si raffredda il ferro, aiutandovi con il cuc.no fate scendere l'impasto al centro del ferro e chiudete subito per una manciata di secondi.
Troppo impasto avrà come conseguenza lo straripamento dai bordi. Con un paio di cucchiaiate andate male dovreste individuare il quantitativo giusto.
Dopo la manciata di secondi potrete staccare la pizzella dal ferro e adagiarla fragrante su un vassoio.
State attenti a non sbavarci sopra, non è proprio il massimo qualora voleste offrire le delizie ai vostri commensali.
Con le quantità indicatenegli ingredienti si otterrà un bel vassoio pieno di pizzelle, bastevoli a soddisfare le vostre e le altrui carenze di affetto.
Qui oggi non si parla di vino.
Bevete.... gnam....Quelmo mche mvi mpare, crunch, spalm, nutell.......
:)

mercoledì 28 ottobre 2009

Al Contadino Non Far Sapere Quanto è Buono il Cacio Con Le Pere..


A me il cacio con le pere è sempre andato a genio, fin da quando mia nonna me lo propinava a mo' di merenda nei pomeriggi piovosi degli autunni paesani.
Più precisamente trattavasi di cacio parmigiano reggiano e pere piccole, succose e zuccherine. Sode e scrocchianti che ti veniva voglia di mangiarne anche la buccia e i torsoli come fece Pinocchio.
Ecco, nella ampia disponibilità di tempo libero lasciatami in eredità dal terremoto e aumentata dall'arrivo di Ginevra, me ne sto sovente a rimuginare su fatti di cucina e sono giunta alla conclusione che l'essere cresciuta tra odori di sughi domenicali e vassoi di morbida pasta all'uovo ruvida di farinao, appunto, merende fatte di cacio e pere, abbia fortemente influenzato il mio senso del gusto nonchè prodotto cotanta fissazione per l'arte culinaria.
L'alternativa è supporre che nella mia vita precedente devo essere stata una cuoca o roba simile.
Ma non stiamo qui a contare i buchi del gruviera e andiamo oltre.
Arriviamo cioè alla preparazione odierna, frutto di una visione ante pranzo, giunta mentre attendevo con (poca) ansia la mia razione quotidiana di cibo scondito.
Il divano mi accoglieva sofferente, credo che i cuscini abbiano tutt'ora mantenuto memoria delle mie forme e non stiamo parlando di forme di cacio; nella mia mente si è all'improvviso materializzata l'immagine di una pera, bella , soda, succosa, di quelle a buccia verdolina. Scontato che una frazione di secondo dopo, accanto alla pera ci fosse un pezzo di cacio.
Ma le due cose prese così separatamente ancora non intendevano di funzionare a dovere. Bisognava fare qualcosa, fondere due essenze distinte, amalgamare un dolce e un salato per dar vita ad un piacevole contrasto di sapori.
Questo tarlo mi ha tormentato fino a sera, allorquando sono riuscita ad impossessarmi della cucina di mamma' e a dare sfogo alle mie inquietudini di cuoca in erba.
Punto 1. Mancanza di pere verdi. Avevo delle grosse e assai polpose e zuccherine pere Abate, quelle con la scorza marroncina e rugginosa per intenderci.
Quindi si poneva il problema di come smorzare un poco il sapore eccessivamente dolce.
Punto 2. Niente parmigiano, ma una bella forma , bassa e stagionata, di pecorino dei pascoli laziali.
Ho fatto la prova di questo che può essere usato come antipasto o aperitivo ( 4 persone) utilizzando una pera piuttosto grossa, pulita e sbucciata poi frullata nel mixer fino ad ottenere una polpa morbida e senza grumi.
Mi è balenata l'idea di smorzare lo zucchero con una grattata non troppo generosa di noce moscata.
Ho lasciato riposare il composto per qualche minuto in frigorifero ma, anche se coperto, ho notato che tende ad ossidare molto velocemente e quindi ad annerirsi.
Nel frattempo, avevo già posizionato sul fornello grande, quello delle feste, un testo antiaderente, ( avete presente quello per le piadine?? ecco , quello.)
Ad attrezzo ben caldo, ho messo a rosolare due minuti per parte 8 fette di pecorino tagliate nè spesse nè sottili.
Poichè si parla di un cacio molto stagionato , non si è dissolto nel nulla come succede alle caciotte o al galbanino, ma ha formato una deliziosa crosticina su una pasta leggermente filante.
I DUE MINUTI PER PARTE sono tempo sufficiente a preparare nel mentre la base dell'antipasto e cioè tirare fuori la purea di pera e metterla nei piatti formando un disco.
Adagiarvi sopra due fettine di formaggio caldissimo e condire con un filo di aceto balsamico di ottima qualità. No, non la bottiglia di vino andata a male...
Servire immediatamente per favore.
GRAZIE.
Ah scusate... vorreste sapere il vino.. Ma mica ve lo devo dire per forza eh.......
( sedie ribaltate, tavoli per aria, bicchieri rotti...)
OK OK non mi ditruggete la cucina!!!
Ho stappato un semplicissimo ma ammirevole Masciarelli Rosato IGT delle Colline Teatine, fresco di frigo, classico, limpido, intenso e fine, dal sapore fruttato. Non so se è l'abbinamento perfetto. A me è piaciuto alquanto.
E' un vino da circa 5 euro o giù di lì, ma per favore, come dice Totò " Un mignolo.... ma che sia vino!!"
Quindi niente bevande in cartone per piacere.
ANDATE A MANGIARE VA'...

lunedì 28 settembre 2009

Mmmmmmmmmmmmm..... ( o Del Pioppino Scomparso...)



( foto presa da http://www.meteopordenone.it/)



Sigh.... Sob... piango e mi dispero per la scomparsa del caro congiunto Pino Piop , per gli amici Piop Pino, smarritosi in una buatta di acqua e sale.

Io tengo una buatta..... un francesismo ( fr. Boite- recipiente di forma sferica, bottiglia o callarella che dir si voglia) tanto per pigliarla alla larga.

Per l'esattezza, comunque, la buatta non era la mia ma di una non meglio precisata cuoca poco incline alle innovazioni . Di mio e del di me coniuge c'erano circa 2-3kg di funghi AgroCybe Angerita appena raccolti dal tronco di uno splendido e maestoso pioppo.

Rammento ancora vivide nella memoria le giornate trascorse a curare amorevolmente i pargoletti , a proteggerli dalle intemperie ma soprattutto dai mariuoli appostati per carpirne le tenere spore e cucinarsele sapientemente trifolate.
Oh insomma, già la vita di noi aquilani è grama che più grama non si può, già siamo in balia di idromassaggi poco richiesti e graditi, ci togliete pure il gusto di un piatto di pappardelle sommerse di pioppini e tartufo grattugiato fresco che cosa ci rimane?
Dunque il signor Pino Piop, per gli amici Piop Pino, colto allora allora dalla maestosa pianta , si presenta con un colore tenue e ambrato, un intenso profumo di bosco e frescura autunnale, gambo lungo e legnoso e cappello a chiodino o più spampanato a seconda della grandezza.
NON sa di TERRA, semplicemente perchè NON cresce per TERRA ma sul tronco dell'albero.
Indi per cui, un aquilano doc sa benissimo che tale fungo va morbidamente pulito con un panno umido e tagliato in quattro parti per il senso della lunghezza.
Ci siete? E tu o cuoca poco incline all'innovazione ci sei?? sei connessaaaa??
Bene.
Fate un salto in cucina, visto che sicuramente starete pulendo i funghi sul balcone per evitare le urla delle mogli che hanno appena pulito il pavimento.
Procuratevi una padella ampia e dal bordo alto. MUovete le mani. E' ovvio che gli uomini non sappiano compiere il semplicissimo movimento di aprire/chiudere uno sportello , infatti la ricerca della padella si concluderà con " Amoooreee dove sono le padelleee??"
Non dovete dare la padella in testa alla moglie, che sbraita perchè dopo 10 anni di matrimonio ancora la cucina è per voi una selva oscura ,nè tantomeno alla suocera. ( per le mogli, nds, mi è venuto spontaneo rivolgermi ai mariti perchè noi creature angeliche , tranne la cuoca di cui sopra che li ha bolliti in acqua salata prima di trifolarli, sappiamo PERFETTAMENTE come cucinare questi funghi e senza chiedere ai mariti dove sono gli ingredienti).
Di solito al centro della cucina c'è una zona chiamata Piano Cottura.
Accendete il gas grande, senza far saltare in aria il palazzo.
Posizionate la padella sul gas grande, a fiamma moderata.
Procuratevi dell'olio extravergine di oliva ( è quello verde, quello giallo è di semi e serve per le patatine).
SE notaste che la ricerca di questo e degli altri ingredienti stia cominciando a portar via più tempo del previsto, assicuratevi di spegnere il fuoco sotto la padella per non rischiare ustioni di 1° 2° e 3° grado.
LO riaccenderete in seguito.
Trovato l'olio? Se si continuate a leggere, se no, uscite e raggiungete il supermercato più vicino. Per tutto questo c'è Mastercard.
( sottofondo: " amoooreeee dove lo mettiamo l'olio in questa casa????" " dove vuoi che sia? al solito posto")
Sto sudando. Ma vi rendete conto di quanto è difficile spiegarvi una ricetta così semplice?
A questo punto sono passate almeno un paio d'ore, la cena si avvicina, i vostri amici cui avete precedentemente promesso una serata succulenta a base di pioppini e arrosto alla brace, stanno per arrivare ignari del fatto che : 1. voi non sapete nulla di come si cucinano i pioppini. 2. vi ostinate a rifiutare categoricamente l'aiuto , delicatamente offertovi da vostra moglie. 3. siete appena rientrati dal supermercato avendo speso 200 euro di salatini , bibite, e liquori, e vi siete dimenticati l'olio. Ma l'Angelo del Focolare vi ha messo la bottiglia vicino alla padella e voi potete tirare un sospiro di sollievo.
Quindi.
Possiamo iniziare?
Mettete l'olio nella padella. Prendete due spicchi d'aglio , sbucciateli e infilzateli con uno stuzzicadenti per poterli togliere comodamente dopo la cottura. Tritate una presa generosa ma non troppo di prezzemolo fresco ( solo foglie, evitate i gambi). Se non ci riuscite con il coltello, con la mezzaluna o con le forbici, riformulate la solita domanda cambiando solo l'oggetto " Amoooorreeeee dove teniamo il pinopimer...il mimopixer...insomma quel coso che trita???"
Accendete la fiamma, a calore moderato e lasciate soffriggere aglio e prezzemolo per qualche istante.
Aggiungete i funghi precedentemente preparati e tagliati, coprite con un coperchio e lasciate cuocere per un'ora rimestando di tanto in tanto.
A metà cottura spruzzate con del vino bianco secco. Possibilmente lo stesso che poi servirete a tavola, fresco.
Avrete notato , miei cari piccoli lettori, che sto usando un linguaggio più tecnico. Certo. Sono convinta che a questo punto della ricetta, voi sarete già corsi in lacrime dalla vostra Salvatrice, che avendo già pronto il grembiale, adesso sta mettendo rimedio a quella Cambogia che un tempo si presentava come una cucina.
Salate non troppo e pepate ( pochissimo).
Abbiate cura di non far asciugare del tutto il fondo di cottura, servirà per ammorbidire la pasta.
Dopo circa un'ora di cottura, controllate se i funghi hann ancora una consistenza croccante e potrete togliere dal fuoco.
Cuocete in abbondante acqua salata il quantitativo necessario di pasta , che può dirsi pappardelle all'uovo o fettuccine o mezze maniche.
Scolate al dente e terminate la cottura mantecando nella stessa padella dei funghi per far insaporire il tutto. Spolverate con una manciata di prezzemolo.
Servite caldo.
Spero che almeno , mentre vostra moglie si adopera per non farvi fare brutta figura, sarete stati in grado di attrezzare una brace decente dove far rosolare la ciccia o almeno di attaccare la spina della bistecchiera elettrica.
Dlin Dlon...
Ora potete dotarvi di un sorriso beato e aprire la porta prendendovi il merito di una pasta favolosa.
p.s.
'a morte sua sarebbe una finale grattata di tartufo nero fresco ma ... troppa grazia Sant'Anto'!!!!
p.p.s.
Vino che suggerisco? Ma come? non avevate speso 200 euro di bevande al supermercato? Passito di Pantelleria??? e che ci azzecca?? va be'... esageriamo... io direi un Sauvignon oppure un Collio Tocai Friulano o comunque un vino bianco maturo, morbido e dal profumo intenso. Potete anche osare un Dolcetto D'Alba, rosso corposo ma solo se ai pioppini aggiungete anche i porcini.
Aho' forza che si fredda la pastaaaaa












martedì 22 settembre 2009

Se Si Potesse...

ma non si può, indi per cui mi accontento di rimembrare i di me panini che riscuotevano senza la q un discreto successo...
Di solito le serate si svolgevano in questo modo.
1. Necessariamente , si attendeva che fosse sabato pomeriggio avanzato.. magari uggioso che non c'è un cavolo cappuccio da fare.
2.Necessariamente, il sabato primo pomeriggio si trascorreva in quel del Supermercato per fare incetta di ogni vivanda atta all'uopo.
3.La mia Fiat 600 mod. Cajola ( lacrimuccia nostalgica sob..) che camminava a vapori di benzene, trotterellava allegra ovunque volessi andare, ornata di spie accese che manco l'albero di Natale di Time Square.
4. Casetta accogliente e silenziosa, il di me marito in altre faccende affaccendato, cd dei Beatles in sottofondo , cucina ambient mooolto ambient..

Per la preparazione dei miei famosi panozzi gli ingredienti sono molto semplici ed essenziali, ma badate bene , devono essere di superba qualità.


Panino all'olio di forma sferica, ben sostanzioso. Niente pseudo panini similmec che non ti saziano e restano belli che pesanti sullo stomaco. Quantità: q.b. a seconda del numero e dell'appetito dei vostri commensali.
Carne macinata prima scelta manzo o vitello
Insalata verde tipo lattuga.
Formaggio fondente tipo sottilette High Quality
Ketchup ( a voi la scelta se standard o piccante)
Salsa Maionnaise
Carota
Una cipolla non rossa
se volete anche un pomodoro da insalata ma bello maturo.

regolatevi per le quantità degli ingredienti come detto per il numero dei panini. Di solito con un gambo di insalata si coprono una ventina di panozzi. Per il macinato , per lo stesso quantitativo, mi attesterei sul mezzo KG abbondante. Per le carote e le cipolle , due o tre delle prime, una o due grosse per le seconde.

Invece di farcire il panozzo con il classico hamburger, mi piace insaccarlo con il macinato appunto ancora macinato, dopo aver fatto insaporire il medesimo in una padella con olio di oliva, e un trito di cipolla e carota. sale solo un pizzico o a vostro gusto.

Quindi una volta soffritta la carne si procede all'assemblaggio del tutto, togliendo un po' di mollica dal fondo del panino qualora dovesse risultare troppo " pieno e per meglio far tenere il ripieno.

Tagliate il panino in due
nella parte inferiore mettete nell'ordine:
Foglia di insalata
Fettina di pomodoro ( se volete)
una cucchiaiata di trito di carne ben caldo
sottiletta
ketchup e maionese

Richiudere il tutto e lasciare insaporire e fondere leggermente la sottiletta. ( a questo punto l'acquolina si sarà già formata quindi allontanatevi dai panini)

servire in tavola di lì a poco su un bel vassoio, stile panini di Poldo in Braccio di Ferro, se volete possono essere utili stuzzicadenti a bandierina per tenere fermo il ripieno o semplicemente per abbellire.

Accompagnare con Birra Gelata e/o cola con ghiaccio e fettina di limone.

Preferibilmente consumare in compagnia , davanti ad un bel film o ad una partita di calcio o ancora davanti ad un bel gran Prix di F1 o Superbike. A voi la scelta .

Così è se vi pare.



mercoledì 9 settembre 2009

Ma Che Lo Ordino A Fare il Caffè d'Orzo?

Non l'ho ancora capito... Nemmeno mi piace.. sciacquoloso e dolciastro e non ricorda il caffè manco pe' cavolo. Giusto il tintinnare della tazzina ma sto cominciando a temere la ribellione del cucchiaino che prima o poi ( penso prima) si rifiuterà categoricamente di essere immerso in una simile brodaglia bollente.



( sottofondo malinconico: California Dreamin' -- The Mamas and Papas)
OOhhh dunque veniamo a noi.. questa mattina mi concedo e vi concedo una pausa dalle ricette.. sennò mi ingrassate troppo e poi dovete rinforzare le sedie.
Messaggio per Memo: questo post non parla di cibo, quindi puoi commentare.
La mattinata sta trascorrendo per fortuna abbastanza velocemente, cerco di inventarmi di tutto e di più per non accorgermi del tempo che resta prima della campanella del pranzo. IN fondo , a tutt'oggi, le giornate si dividono in 1. Ora di Colazione 2. Ora di Pranzo 3. Ora di cena.
Classico scandire dettato dagli usi e costumi di un Hotel.
Di imprevisti ce ne sono ben pochi, di stupidi ne è pieno il mondo, e in TV c'è sempre , immutabile, la Signora Fletcher io-non-porto-sfiga-per-niente...
E andiamo avanti, io ho il mio tavolino vicino la finestra con doppia presa per la corrente, la solita mezza minerale, il pc connesso con feisbuk gugol skaip e uindos laiv tanto per non precludermi nessuna possibilità di comunicazione esterna. Oddio che post noiosissimo, mi sto addormentando da me stessa mentre scrivo.

Sgratto via un paio di ragnatele che si sono formate nel frattempo tra il monitor e la tastiera e cerco di frugare nei meandri della mia mente per trovare qualche parola da assemblare in modo che assomigli ad una espressione umoristica.

mumble mumble mumble

no.... nisba... vuoto totale... ecchecacchio... manco una barzelletta , una freddura, un aforisma... niente.

Vabbuò ... che dite desisto?

Magari dopo un piatto di gnocchi al ragù mi viene l'ispirazione... è che l'ambiente è a dir poco avvilente... si parla solo di terremoto , del dice che fa n'atra botta, e sento solo gente che sta qui servita e riverita mentre sputa nel piatto dove mangia.

Quindi perdonatemi se non sono proprio umorista.


martedì 4 agosto 2009

Colazione D'Agosto ( che siccome ho aspettato troppo è diventata Colazione di Settembre)

(immagine tratta dal sito http://www.pourfemme.it/)




questa mattina finalmente c'è una temperatura gradevole.. credo che la cosa si guasterà nel corso della giornata per il sopraggiungere della ben nota calura estiva che tenta di lanciare gli ultimi strali di questa stagione... intanto assaporo la frescura , il che non guasta.

tlin tlin tlin .... tazzina di orzo abbastanza slavato per avere l'illusione di prendere un caffè degno di questo nome.. solo che il miracolo non si compie e nella tazzina sempre orzo rimane.
Vabbuo'.. accontentiamoci.

Al pari di una degna pasta per pizze , io continuo a lievitare , i vestiti a restringersi sempre di più e Ginevra a scalciare e dare pugni come una professionista di Kick Boxing.. La ragazza ha un futuro in questo sport, viste le premesse. Ha deciso che la sua mamma ( che sarei io , come ben sapete miei cari piccoli lettori) debba sperimentare fin da ora le gioie delle levatacce notturne. Se volete posso dirvi con esattezza quanti e quali treni transitano lungo il tratto di ferrovia adriatica che attraversa Tortoreto Lido fino alle 6 del mattino, ora in cui la leggiadra fanciulla decide che è ora di terminare l'allenamento notturno con il suo punching ball preferito e finalmente mettersi quieta a fare un po' di nanna.

OOOhhhh ... queste lunghe interminabili nottate le sfrutto per pensare a qualche nuova ricetta da suggerirvi.. ho la vaga intenzione di adottare un ricettario a base di camomilla e valeriana, adatto ai bollenti spiriti.. ci sto lavorando su.

Intanto, trovandomi ancora in quel luogo ameno chiamato Costa Adriatica, prolifero di ogni specie di insetto pungitore e ronzante nonchè dal suadente clima sahariano ( senza escursione termica propria dei luoghi desertiferi... qui fa 40 gradi indistintamente di giorno e di notte di sera e di mattina..) mentre cerco di capire se le palme che vedo qua e là sono frutto di miraggi o esistono veramente... ecco che mi balza alle narici e al palato una ricettina che ritengo alquanto gustosa e anche facile facile da preparare...

COZZE RIPIENE

no no lasciate stare la vicina di ombrellone.... per la ricetta servono altri tipi di cozze, quelle propriamente dette mitili con tanto di guscio nero... a seconda dei dialetti posso dirsi anche Cioccolannère oppure Peoci oppure Cozzole oppure Moscioli oppure Muscoli....

INGREDIENTI

4 UOVA

3/4 CUCCHIAI DI PAN GRATTATO

2 CUCCHIAI DI PARMIGIANO

2 PRESE DI PREZZEMOLO

POMODORO

AGLIO

VINO BIANCO SECCO

SALE E PEPE qu.bi.

eccoci alla preparazione

In una terrina mettere le uova intere ( ehmm.. senza il guscio prego..) e unire pan grattato, parmigiano, uno spicchio d'aglio tritato, quindi salare e pepare a discrezione anche perchè in questa fase non è consigliabile l'assaggio quindi è un po' difficile per noi cuochetti in erba regolarci.

Mescolare facendo attenzione a sbattere bene l'uovo. Se necessario prendetelo a pugni. Nel caso, potete aggiungere un altro pochino di pan grattato se volete rendere il composto più compatto. Attenzione, compatto non vuol dire "solido".

Procuratevi una padella . Antiaderente, se possibile, servirà ad evitare l'uso della fiamma ossidrica per prelevare le cozze a cottura ultimata..

Nella padella di cui sopra mettete olio extravergine di oliva , ( evitate prodotti in offerta di dubbia provenienza.. la buona riuscita di un piatto dipende anche dalla qualità degli ingredienti. Olio ma che sia Olio per favore..) e polpa di pomodoro ulteriormente passata.

Dunque ora arriva la parte più difficile. Bisogna aprire i gusci delle cozze con un coltellino , senza romperli, e con un cucchiaio, riempire ovviamente la parte con il mitile con il composto già preparato in precedenza, prima che la cozza scappi dal guscio e se ne torni in mare in mutande...

FATTO? CHE BRAVI..

Mettete i gusci così riempiti nella padella avendo cura di non farli toccare gli uni con gli altri.

Accendete il fuoco sotto la padella. N.B. senza questo passaggio fondamentale non garantisco sulla riuscita del piatto.

A fuoco medio fate iniziare la cottura, spruzzate il tutto con il vino bianco secco e se vi va, salate e pepate nuovamente. Tenete conto che le cozze sono già di per sè molto salate, quindi bisogna regolarsi per non ottenere un qualcosa di immangiabile...

Spolverate con prezzemolo tritato fresco e continuare la cottura sempre a fuoco medio per circa 15 minuti mescolando di tanto in tanto.

Evitate di sedervi a guardare la vostra trasmissione preferita. 15 minuti passano in fretta.

Servire caldo.

Come vino suggerirei un Pinot Grigio Collio goriziano, di sapore asciutto , da servire a 10° o in alternativa, di minor costo ma senza nulla da temere al confronto, un Trebbiano Pecorino Cantina Tollo I.G.T. da servire a 12°.

mamma mia che fame che m'è venuta

:)



giovedì 30 luglio 2009

Spadellamenti vari - 2

Oddioooo... se aspettate me le vostre ratatouilles e caponate varie saranno diventate ormai poltiglia immangiabile!!!
Il fatto è che qui fa talmente caldo che mi sudano le dita a contatto con la tastiera e in alcuni casi sudano anche i neuroni quando provano a fare la sinapsi.
Quindi figurarsi al pensiero di: fornelliaccesi-calore-vapori-forno-argh.
Orsù, anima e coraggio e veniamo a noi... Vi posto innanzitutto alcune varianti della ratatouille così come le ho trovate in giro per la rete, differiscono per piccoli dettagli l'una dall'altra, ma resta fermo il principio secondo il quale le verdure vanno aggiunte in tempi diversi per rispettare i tempi di cottura e mantenerle croccanti. Personalmente un cibo poco amalgamato, specie in questo caso, non lo trovo il massimo, però sto affinando le mie conoscenze in fatto di cucina e sapori quindi magari lo sbaglio è nel mio preconcetto.
Ratatouille e 1

Lavate e mondate tutte le verdure; tagliate in 4, per il lungo, le melanzane e le zucchine (o in dischetti), togliete l’eccesso di parte bianca interna ad esse e tagliatelele strisce ottenute in pezzetti dello spessore di almeno 2 cm; aprite in due i peperoni, togliete i filamenti bianchi e i semi e tagliateli in strisce; pelate le cipolle, tagliatele in quattro e affettatele.Tuffate i pomodori per qualche secondo in acqua bollente, poi pelateli e tagliateli a pezzi liberandoli dai semi. Mettete a scaldare 3 cucchiai di olio in un tegame e buttateci dentro le cipolle ad appassire a fuoco basso, quindi aggiungete i peperoni e fateli appassire anch’essi a fuoco basso, aggiungendo quando serve, un poco di acqua calda. Quando saranno teneri unite i pomodori, il timo, l’alloro e l'aglio tritato, salate, pepate e lasciate cuocere per circa 40 minuti a fuoco basso coprendo la pentola con un coperchio.Nel frattempo, in un altro tegame, mettete a cuocere le melanzane nel restante olio, per circa 10 minuti, poi aggiungete le zucchine e fatele cuocere assieme alle melanzane per altri 10-15 minuti, fino a che si ammorbidiscano senza disfarsi.Quando tutte le verdure saranno tenere, ma non spappolate , riunitele in una pentola unica e amalgamatele delicatamente, lasciandole cucinare assieme ancora qualche minuto a fuoco molto basso. Aggiustate di sale e pepe, e servite guarnendo con delle foglie di basilico.
Ratatouille e 2
Il termine francese Ratatouille si usa per indicare una preparazione di verdure miste, fatte soffriggere prima nell’olio separatamente e poi stufate insieme. Questa riportata è la ricetta tradizionale, ma si possono inventare ratatouilles con verdure diverse, per esempio una ratatouille invernale con finocchi, carciofi e carote.
Ingredienti per la ratatouille (dosi per 4 persone
· 2 melanzane
· 3 zucchine
· 1 peperone giallo o rosso
· 300 g pomodori
· 1 cipolla
· prezzemolo
· basilico
· olio extravergine
· due cucchiaini di zucchero
· sale q.b.
Preparazione
Preparate tutte le verdure: tagliate a dadini le melanzane, salatele e mettetele in un colapasta perché perdano un poco d’acqua; pulite i peperoni dai semi e tagliateli a listarelle sottili; tagliate le zucchine a dadini; lavate i pomodori, sbucciateli e tritateli; infine tagliate a fettine sottili la cipolla e mettetela a soffriggere con l’olio.Levate la cipolla e rosolate separatamente e successivamente i peperoni, le melanzane e le zucchine, per circa 5 minuti ciascuna.Riunite tutte le verdure compresa la cipolla ed il pomodoro e continuate la cottura per circa 45 minuti a recipiente coperto.A fine cottura, scoprite ed aggiungete il basilico ed il prezzemolo tritati. Fate riposare qualche minuto prima di servire.
Ratatouille e 3 ( e abbiamo finito..)
A Nizza i francesi amano preparare la ratatouille in fantasiosi e svariati modi, anche sottoforma di ravioli oppure abbinata ai calamari grigliati, usata come contorno o come piatto principale se si volesse seguire un regime alimentare dietetico. Il piatto è particolarmente indicato in quest'ultimo caso grazie al suo basso apporto di grasi e calorie.

Ingredienti:
300 grammi di passata di pomodoro
1 cipolla
1 melanzana
2 zucchine
1 peperone rosso
1 peperone giallo
2 spicchi d’aglio
olio extravergine di oliva
sale q.b.
pepe q.b.
Procedimento:
_Sbuccia la cipolla e tagliala a piccoli cubettini. Poi metti due cucchiai di olio in una casseruola, fallo scaldare leggermente e aggiungi la cipolla: falla dorare per pochi istanti. In seguito, lava la melanzana e tagliala a cubettoni, poi aggiungila alla cipolla. Aggiungi sale e pepe e fai cuocere per circa 10 minuti.
_Lava i peperoni e le zucchine, poi tagli anch’essi a cubetti. Trita finemente gli spicchi d’aglio e aggiungi il tutto alla melanzana e alla cipolla. Infine, aggiungi la passata di pomodoro alla preparazione. Fai cuocere a fuoco alto fino a quando non bollirà, infine completa la cottura a fuoco basso per 30 minuti.
_Servi la ratatouille come piatto unico, come contorno o in abbinamento ad altri piatti. La ricetta è ottima con un paio di foglie fresche di basilico.
Direi che basta per il momento.. Se ne avrete voglia magari mi farete sapere come è andata questa ricetta, io intanto provo a riordinare le idee sulla caponata della mamma.
Buon appetito!

lunedì 13 luglio 2009

Spadellamenti vari - 1




Ho trovato questa foto colorata ed estiva gironzolando qua e là per guuuuuuugggoool immagini e me la sono salvata sul desktop perchè lì x lì (= lì quadro) mi aveva ispirato un post culinario dei miei soliti.

Una bella Ratatouille , sana e genuina, preparata a dovere , della quale , curiosa, sto tutt'ora cercando in giro una ricetta efficace.

Dunque....

La rete è fonte di miliardi di informazioni, utilissime, e meno utilissime. Veiritiere e fallaci.

Ma, mi scusi tanto il sor Gugol, in fatto di ricette mi scarseggia un tantino.

Ci sono più bufale ( e non parlo delle meravigliose mozzarelle campane) in fatto di ricette sul web che in un libro di cucina inglese. NOn me ne vogliano gli inglesi, però dopo aver visto il ketchup sulla pasta scotta, li ho irrimediabilmente bollati di rosso e blu.
Quindi, consiglio vivamente a tutti gli estimatori dell'arte gastronomica, arte che io venero come faceva il critico Antoin Ego nel film della Pixar, di astenersi dal proporre, senza aver prima testato su se stessi, le ricette trovate sul web ai propri ospiti onde evitare figure barbine ( ma con una barba di almeno 4-5 giorni).

La Ratatouille , ricetta francese che alcuni vogliono essere tipica di quel di Nizza, dovrebbe richiamare alla mente la nostra Caponata, quindi un piatto tipicamente vegetariano a base di melanzane, zucchine, peperoni e pomodoro.

Ho trovato 4 diversi modi di preparazione , che tra breve sottoporrò alla vostra attenzione, ognuno di essi differisce per alcuni piccoli particolari nel procedimento. Queste 4 ricette sono quelle che a prima lettura mi sono sembrate le più interessanti e rispondenti ad una buona riuscita del piatto. Mi riservo di aggiungere in calce la mia personalissima preparazione della Ratatouille, così come me l'ha insegnata la mia mamma.

Lascio a voi il compito di sperimentare e darmi il vostro giudizio in proposito.

............

venerdì 3 luglio 2009

Luglio col Bene che Ti Voglio...

Tra una ragnatela e l'altra , mi accingo a rispolverare questo pseudo blog che proprio testata giornalistica non si può definire.. altro che aggiornamento periodico! Non me ne voglia il Sommo Pontefice ma io posto ogni morte di Papa...
Come potete agevolmente dedurre dalla foto qui sopra, il periodo non è dei più intensi..
Il terremoto e tutto ciò che ne è scaturito e conseguito ha provocato in me un assoluto rifiuto di ogni aspetto che potesse considerarsi tecnologico e multimediale. A momenti non sopporto più nemmeno guardare la televisione, perchè in questa occasione più che mai , mi sono resa conto che anche le tragedie , per i media, non sono altro che un motivo in più per sbattere il mostro in prima pagina, accaparrarsi la notizia più impressionante, giocare con i sentimenti e le disgrazie delle persone ( e più sono disgraziate meglio è), approfittare di questo o quel frangente per fare della politica laddove tutto servirebbe meno che meno la politica.
Solo chi era lì quella notte alle 3 e 32 sa e saprà esattamente cosa è successo. E nemmeno in modo uguale, perchè le sensazioni sono state diversissime da quartiere a quartiere, a seconda che la propagazione del Malefico sia stata più o meno agevolata da terreno argilloso, cavo, o roccioso.
Potrei occupare interi hard disk a raccontarvi quello che ho vissuto in poco più di venti minuti, il tempo cioè che abbiamo impiegato per urlare, cercare di tenerci aggrappati al letto, trovare qualcosa che facesse luce, prendere una coperta, calpestare i calcinacci per le scale, i vetri , disincastrare il portoncino d'ingresso e recuperare la macchina.
Nel frattempo tutto continuava a tremare, avvolto in una nuvola di polvere rossastra e puzzo di gas.
Non lo racconto, primo perchè è passato del tempo, e come direbbero i giornalisti, la notizia non fa più notizia, non è fresca.. secondo perchè vorrei dimenticarmene, sinceramente.
Quindi vi parlerò solo delle cose positive, e cioè della bimba che aspetto e che arriverà intorno a metà novembre, e che è l'unica cosa positiva venuta fuori dal terremoto.
Lei ha resistito, sua mamma, cioè io, non sapeva nemmeno che lei ci fosse quella notte.
Eppure c'era eccome, e vi posso assicurare che è più terremoto lei del terremoto vero!
Si chiamerà Ginevra.
Nell'etimologia nordica questo nome significa " luce tra gli elfi", come la luce e la voglia di ricominciare che ha portato tra noi.
Ginevra mi ha appena dato un calcio :) di solito lo fa quando mangio qualcosa che non le piace ma che puntualmente non piace nemmeno a me... Fetente come la mamma in fatto di cibo! Promette bene.
Salumi e baci e alla prossima puntata.
E non è una minaccia.