mercoledì 20 febbraio 2008

La Bottega

La via, all'improvviso , si tuffava , ripida, si immergeva in un susseguirsi di case addossate le une alle altre, dai portoni con grandi stipiti in pietra e le finestrelle laterali, basse, chiuse da inferriate vecchie come il tempo.
Si intrecciavano le scalinate fino ai vicoli nascosti del paese vecchio, giù per la via di sotto..
In uno slargo,tra le case, c'era una porta verde, di quelle di legno pesante screpolato e riverniciato grossolanamente, tanto da lasciare grumi di colore nelle fessure.
D'estate, la porta era sempre aperta, la tendina bianca , di stoffa leggera, stava delicatamente sollevata a metà e fissata alla bell'e meglio ad un gancio nel muro.
Dentro stava Zia Maria, grassoccia, rubiconda, a sferruzzare con l'uncinetto, in quella bottega minuscola piena dell'odore della farina e della pasta sfusa che dava bella mostra di sè nei cassetti a vetro di un enorme mobile tinteggiato di verde come la porta.
Sgattaiolavo dentro, mi attirava il gigantesco barattolo di vetro, panciuto, che stava sul bancone. Pieno di caramelle gommose e zuccherine, tutte colorate, striate, ricoperte. Una diversa dall'altra.
Arrivavo a malapena a sfiorare il piano del bancone con le dita e spingendomi con forza sulla punta dei piedi.
Zia Maria sorrideva sorniona, si alzava solo per servire le anziane signore avvolte in scialli scuri che passavano per le uova di giornata e per il pane caldo di forno.
Io aspettavo, ciondolando sulle gambe, la lingua sporgente e le manine dietro la schiena, aspettavo e aspettavo.
Zia Maria allora mi prendeva in braccio, e finalmente mi lasciava infilare la mano golosa nell'immenso barattolo per afferrare il mio tesoro.
Che bello, essere felici per una caramella.


martedì 12 febbraio 2008

Flamenco


L'asfalto è vestito di ghiaccio, le chiazze di neve sporca agli angoli del piazzale invaso di macchine hanno riflessi aranciati per colpa dell'unico lampione sbattuto proprio nel mezzo..
Cicaleggiare di gente infreddolita, gente che aspetta di dare il via al divertimento.. Popolo di una notte di fine inverno pronto a stiparsi nelle sale in penombra del locale alla moda..
Un pesante drappo di tessuto nero nasconde l'ingresso e separa l'attesa dalla frenesia della musica pompata..
Niente di nuovo sul fronte occidentale.. Pavimento lucido, pareti di mattoncini ruvidi , esili sgabelli hi-tech, ragazze annoiate al bancone del bar..
Perfino i coktails colorati hanno l'aria depressa.. i cubetti di ghiaccio fanno a gara a sciogliersi prima che l'invasione abbia inizio..
Due gradini.. Un separè di lamina nera... la pista , fasci di luce tenue tagliano l'ombra di sbieco..
Addossati alla parete ci sono un tamtam, una chitarra ed un violino.... Frazioni di tempo..ora ci sono un tamtam una chitarra un violino e 6 mani che delicatamente ma intensamente fanno entrare emozioni in questa cappa di ordinario divertimento..
E' comparsa all'improvviso.. Aveva un vestito rosso fuoco, i capelli a crocchia raccolti, orecchini da zingara, labbra rosse ..
Le balze della gonna frusciavano a tempo di musica..
I suoi tacchi hanno iniziato una danza infernale.. ritmica, lenta, frenetica,lenta..
Magnetica.
Ti afferra, come una calamita, ti cattura , scopre le caviglie sottili segnate dal cinturino delle scarpette..
Scatti felini, mille ricami disegnati nell'aria dalle mani..
Lei, la musica, il violino stridulo, il tam tam.. silenzio.
Il mento alto a sfidare la platea ammutolita..
Può essere solo battito di mani..
Può essere solo flamenco.

sabato 9 febbraio 2008

Mattinata


Come diceva Zarathustra: nella vita, che tu cammini e ti muovi, o siedi e aspetti, prima o poi uno stronzo lo incontri.

Paolo Ross
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giovedì 7 febbraio 2008

Santa Pazienza

La mia. Quella che quotidianamente è messa a dura prova da vari esemplari del genere umano. Che poi mi venga il dubbio che taluni appartengano veramente all'umanità, questo almeno concedetemelo. Un negozio credo sia il luogo di incontro dei tipi più disparati: c'è il matto, c'è l'ignorante, c'è il signor so-tutto-io, c'è "l'amico-di", il perditempo, il maleducato, il pignolo, il super-pignolo, il maniaco. Porto alcuni esempi: il super-pignolo, preso a caso, vuole che tutti i componenti del suo acquisto ( sudatissimo, ma per me che gliel'ho venduto)abbiano la stessa sfumatura di colore, dopodichè passa a leggersi tutti i manuali , scritti rigorosamente in cinese , per verificare che il mouse sia installato correttamente; il maniaco , invece, vuole assistere personalmente all'assemblaggio della sua macchina, per assicurarsi che la disposizione dei cavi sia effettuata rispettando l'asse terrestre; il maleducato è quello che non risponde al nostro saluto quando entra nè quando esce e ti liquida con un " sto dando un'occhiata"; il perditempo si presenta con una pila di incartamenti degni della procura della Repubblica, gentilmente concessi da tutti i negozi della provincia e anche oltre, per confrontare i prezzi di una macchina che forse alla Nasa saprebbero sfruttare, forse, sullo Shuttle ma che lui userà per " videoscrittura e internet" e che non comprerà mai. Il soggetto è simile al tipo " amico-di" con variante "ho-un-amico-che" , praticamente è convinto che qualunque cosa tu gli stia dicendo è una fesseria perchè il suo amico ing-dott-prog-grand-uff-figl-di-putt- gli ha detto l'esatto contrario... Ora, non è che i tipi si esauriscono qui: tutt'altro. Potrei scriverne fino a domattina. Potrei annoiarvi fino a domattina. Potrei spazientirvi fino a domattina.
Siccome però domani è soltanto giovedì, vorrei preservare almeno la vostra, di pazienza.
La mia è già in odore di Santità.