lunedì 3 maggio 2010

trasloco

cari ( pochi) lettori

mi trovate su pangrattato.wordpress.com

piattaforma migliore e più gestibile..
Tanto la pigrizia nell'aggiornare resterà sempre..

baci baci

domenica 28 febbraio 2010

Le Crostate di Mamma Nora- versione Bignami

Viste le proteste , che devo riconoscere fondate, per le mie prolisse ricette, tanto prolisse che quando avete finito di leggerle vi ritrovate con il latte scaduto.. ebbene, ecco la versione Bignami della ricetta della Crostata con la Marmellata, certa che apprezzerete il mio venirvi incontro senza temere di essere investiti.

Quindi

Crostata con Marmellata di Ciliegie

Preparate un vassoio da portata
una pala per dolci
un coltello
tovaglioli di carta
bicchieri
Acqua o altra bevanda a voi gradita( la pasta frolla ha la tendenza ad attaccarsi sulle tonsille)

Prendete la macchina e raggiungete la pasticceria più vicina.
Comprate una splendida Crostata di Marmellata di Ciliegie o di quello che volete voi

Imprecate con il vigile che vuole farvi la multa perchè vi siete fermati di traverso sul marciapiede con il muso della macchina dentro la vetrina della pasticceria

Tornate a casa con la Crostata e la multa del vigile ( può essere utile se avete finito i tovaglioli)

Degustate la vostra Crostata fragrante.

E non avrete nemmeno sporcato la cucina...

p.s.
il pasticcere è pregato di seguire la ricetta integrale.

lunedì 15 febbraio 2010

Le Crostate di Mamma Nora ( Ovvero: Come rendere Difficile Una Cosa Semplice)









(immagine tratta da: http://all-kinds-of-photos.fotoblog.it/)



Oggi , è sabato ( ovviamente sto scrivendo di sabato..nds).

A me il sabato piace particolarmente, primo , perchè il giorno seguente si può dormire un po' di più, secondo , perchè si vive la giornata con la spensieratezza dettata dall'avere del tempo extra a nostro personalissimo uso, ritagliato tra le frenetiche incombenze quotidiane.

Come se il tempo stesso creasse un continuum con la domenica e la giornata non contasse 24 ore ma qualcosina in più.

Sognato ed agognato scampolo di minuti e secondi, tanto più quando si ha a che fare con una vivace bimba di appena due mesi e mezzo ma già perfettamente consapevole dell'opportunità di reclamare attenzione proprio nel momento in cui mi accingo a fare non-importa-che.

Oggi, dunque, quel ritaglio di tempo , mi è venuto in mente di impiegarlo per cimentarmi nella preparazione di una crostata con la marmellata, anche in previsione di improvvise visite domenicali.

Bene.

Non vi sembra di avvertire già un'aria di tranquillità e tepore familiare, un senso di pace domestica fatto di profumi di cucina, ticchettio di orologi , e di dolce confusione che ricorda la presenza di un tenero angioleto?
Con questa idilliaca visione in mente, mi accingevo a preparare la Mia crostata con marmellata di ciliegie.
Premessa doverosa e necessaria: purtroppo nella nuova casa post sisma-hai-rotto-le-biglie, la mia adorata cucina bianca e prugna , è a vista sul soggiorno..
Giusto perchè voi lo sappiate, io odio le cucine a vista, a meno di avere un soggiorno come Piazza del Popolo con cucine di conseguenti e ovvie dimensioni.
Poichè il mio soggiorno non solo non è Piazza del Popolo, ma nemmeno Vicolo Corto del Monopoli, ecco che la mia cucina invece di essere a vista... sta proprio in mezzo!
Comunque dopo le 22, di solito tutto tace e i fornelli tornano ad essere il mio regno incontrastato, semprechè io non abbia talmente tanto sonno da non distinguere un colino da un imbuto. In quest'ultimo caso è cosa buona e giusta dedicarsi ad altre amene attività, escludendo il cucinare, onde non dare vita ad uno dei migliori intrugli degni di questo nome.
SSSsssssssccchhhh.... cominciamo.
Avete tutti gli ingredienti a portata di mano? No??
E cosa avete fatto fino ad ora?
Ah si , stavate dorm...ehm..leggendo le interessantissime cose scritte poc'anzi.
Su, non stiamo qui a contare i buchi del colino, e procuriamoci 300g di farina, 150g di burro, 3 uova, 1 bustina di lievito per dolci , la scorza di un limone grattuggiata, 1 pizzico di sale, cannella a piacere.
Per il ripieno io ho scelto confettura di cerase ma voi fate un po' come vi aggrada.
Queste dosi sono per una crostata di 22-24cm di diametro. ( e guardate che dopo vengo lì col righello eh).
Assicuratevi di avere ingredienti e utensili atti all'uopo , a portata di mano. Sporcherete anche di meno, il che non guasta. Specie se siete cuochi barra cuoche come me che quando devo usare la farina poi, non so come, me la ritrovo anche nei calzini.
Disponete la farina a fontana e ponete nel mezzo tutti gli ingredienti tenendo per ultimo il lievito. Quando metterete il burro , lavoratelo prima con le mani, spezzettandolo per renderlo morbidissimo.
Aiutandovi ora con una forchetta, iniziate pure ad incorporare gli ingredienti, delicatamente, fino ad ottenere una palla liscia e morbida ma compatta.
La pasta frolla comunque, non va lavorata troppo e i 300g di farina potrebbero diventare qualcosa in più se vedete che l'impasto tende ad essere troppo appiccicoso.
In normali situazioni , tutto quanto scritto finora richiede una mezz'ora circa di esecuzione.
La sottoscritta ha iniziato alle ore 21:45 e ha finalmente appallottolato la sua morbida pasta frolla alle ore 23:37.
Non chiedetemi perchè, non l'ho ancora scoperto. Ma ci sto lavorando su.
Le quasi due ore di pastrugliamento non contemplano i 20 minuti di riposo da concedere alla pasta ottenuta.
Giustissimi e sacrosanti. Già è frolla di per sè, poverina, in più ci mettete lo sfruculiamento della sottoscritta, è più che ovvio che voglia riposare un po'.
Nel frattempo, noi brave massaie, ci dedicheremo a rendere nuovamente presentabile quella che un tempo era una cucina e adesso assomiglia invece ad un campo di battaglia.
Come vi ho poc'anzi accennato, ricordatevi che la farina ha mille risorse e sceglie posti impensabili per annidarsi.
Una volta messo in ordine il piano di lavoro, andremo a recuperare la palla di pelle di pollo...mmm .. no.. quella è un'altra ricetta di un certo Apelle.. non ci interessa.. noi vogliamo la pasta frolla.
Ooohhh, siamo finalmente giunti al momento fatidico dell'assemblaggio della crostata.
Aiutiamoci con un po' di farina ( e dalle... ho pulito oraaa).
E qui mi vien da ridere. si perchè io ci ho impiegato un'altra ora abbondante.
Giuro che stavo per desistere ed andarmene a letto.. ma la pasta frolla mi guardava in un tal modo, che mi sono commossa e ho continuato.
Prendete un foglio di carta da forno, premetelo nella crostatiera e fategli prendere la forma rotonda, nel senso che dovete far scorrere il dito lungo il bordo interno per segnarne il contorno.

Perchè ridete? Non sapete cos'è una crostatiera?
Scusate voi come la chiamate una teglia dove si fanno le crostate?
Teiera per il the..lattiera, insalatiera, pastiera, zuccheriera,caffettiera, antipastiera....ci sarà pure posto per una crostatiera.
Una volta presa la forma, armatevi di forbici taglienti come rasoi.
Fatto?
Ok.
Praticate dei tagli a trapezio sui bordi della carta da forno, profondi a fiorare la circonferenza ottenuta poco prima. Questa operazione vi permetterà di rimettere la carta da forno nella crostatiera senza problemi perchè i bordi si sovrapporranno automaticamente.
Tagliate la cord..ehm.. la pasta in due parti più o meno uguali.Prendete una parte e stendetela come fondo , direttamente sulla carta da forno, per metterla nella teglia senza rompere il disco di pasta.
A questo punto, molti di voi, miei cari piccoli lettori, saranno sfiniti e/o in preda a spasmi per la lunga attesa e anche per la fame che nel frattempo vi avrà assalito.
E ci credo. Saranno minimo tre ore che sto con le mani in pasta e ancora non se ne vede la fine.
Roba da far venire i capelli ricci ad un calvo.
Du che ci siamo quasi.
( è il quasi che ci spaventa, direte voi. Che malfidati, dico io)
Dunque insomma, non fatemi perdere la sfoglia.... con la pasta rimanente andremo a realizzare le striscioline che dovranno decorare nel modo solito la mia e la vostra crostata. Procuratevi una di quelle rotelle dentate per ritgliare i bordi delle striscioline di pasta. Anche l'occhio vuole la sua parte.
Ovviamente, a questo punto delle cose voi dovreste già:
1. Aver acceso il forno per portarlo a 150°-160° massimo.
2.Aver versato la confettura nella crostata dopo aver realizzato il bordo.
Un piccolo trucco: con le dita staccate leggermente il bordo dalla carta da forno , ripiegandolo un pochino verso l'interno, servirà a non far fuoriuscire la marmellata durante la cottura.
Infornate per circa 35 minuti o comunque fino a quando la superficie non comincia a dorare.
C'è chi spennella sopra dell'uovo sbattuto, ma a me non piace.
Abbiamo finito, se Dio Vuole.
Sento già i sospiri di sollievo e gli stiracchiamenti annessi a sbadigli di quanti di voi hanno avuto la forza di leggere fino a questo punto.
Sto pensando seriamente di postare i riassunti delle mie ricette.
Quasi quasi mi stanco pure io a scriverle.
Il profumino è invitante, finalmente mi siedo ad aspettare che si raffreddi.
E voi no?

mercoledì 10 febbraio 2010

Torno (quasi) Subito

ho ben tre post fermi da diverso tempo, ed è proprio il tempo dii scriverli qui che mi manca, aggiunto al fatto che sono momentaneamente sprovvista del mio notebook.

Ma torno subito.

Promesso.

:)

venerdì 11 dicembre 2009

Dolcezze di Natale

( immagine tratta da www.buttermilkpress.com)

Che poi la Dolcezza è una sola: Ginevra! un batuffolo di ciccia del peso di 3 Kg e 740g giunto ad allietare le giornate di mamma e papà, nel giorno del Tacchino. Inutile dire e raccontare che siamo al settimo cielo e non c'è ricetta che possa descrivere quanta dolcezza sia nei nostri cuori in questi giorni.
Ginevra è una buongustaia , le sue poppate sono all'insegna del relax e della serie mislurpofinoallultimagocciadilatte, se provi a farle annusare il bibo storce la bocca diffidente e si gira dall'altro lato.
EEEEHHhhh tutta sua madre!!! Per il resto invece è tutta suo papà, con i capelli che adesso sono neri ma stanno già diventando castani , gli occhi che sono ancora blu scuro ma sotto sotto si intuisce che sono chiari, la boccuccia a cuoricino e due guanciotte immense e morbidissime.
Tanto tempo fa, in qualche mio post e blog precedente, pubblicai una lista dei desideri, e tra questi c'era " un bimbo moro con gli occhi azzurri e le piegotte". Beh... non dico che ci abbiamo azzeccato in pieno ma quasi!.
La pacioccona in questo momento ronfa serena nel passeggino, beata ( lei) e poveri ( noi) perchè ciò vuol dire che stanotte sarà sveglia come un grillo!. Infatti io dovrei approfittare di questi fugaci momenti per recuperare un po' di sonno, ma sto le ore a guardarmela e ad accarezzarla.... Come si fa??
Per oggi dunque, niente ricette, se proprio volete, apritevi un panettone o un pandoro, oppure un bel torrone al cioccolato.. Come lo fanno il torrone dalle vostre parti? No perchè qui c'è del buono eh... alla faccia del terremoto!
Buon Natale a tutti
Eleonora

mercoledì 18 novembre 2009

Novembre Andiamo è Tempo Di Pizzelle

( immagine tratta dal forum di www.cookaround.it)
In questo momento sono più o meno comodamente seduta accanto ad un piacevole focherello che scoppietta allegro, in un piovoso pomerigio di Novembre. Il fuoco, il freddo , la pioggia, evocano la stagione delle foglie morte ed ingiallite, il tempo delle castagne e del vin brulè e quasi quasi mi fanno pensare già al Natale.
Non dico che mi sento più buona d'animo, anzi, per quello oserei dire che nell'ultimo periodo il mio umore tende all'inkazzato fisso che se non fosse per Ginevrotta mia avrei già spetacciato 'sto mondo e quell'altro.
Però, ecco, ho una certa qual voglia di pensare a cose positive e rilassanti. Tra cui annovero ovviamente tutto ciò che sa di gastronomia.
Domenica pomeriggio non avevo niente di meglio da fare che rompere i cabbasisi a mia mamma, già di per sè alle prese con le incombenze domestiche . Lei si aggirava per casa con le movenze del robottino pulitore di Wall-E, disintegrando ogni molecola riconducibile a polvere e suoi derivati, ed io beatamente, con la mia solita faccia angelica ( perchè vorreste dire che non sono un angioletto? Guardate ho pure le alucce piumose) inizio a tirare fuori dagli immacolati sportelli della cucina l'occorrente per realizzare delle gustose e calde PIZZELLE o FERRATELLE o come le chiamate voi.
Quindi:
Farina (400g)
Olio ( 200g)
Uova ( 5, freschissime ed intere)
Lievito per dolci ( 1 bustina)
Cannella in polvere q.b.
Scorza di limone non trattato ( 1, grattugiata)
Zucchero (200g)
Ho visto repentinamente una espressione disperata dipingersi sul volto dell'augusta genitrice, che già aveva immaginato farina e untume sparsi in ogni dove. Da disperata , l'espressione si è tramutata in rassegnazione quando ha visto che stavo posizionando il mio nbook sul tavolo, accanto agli ingredienti, per videochiamarmi con Memo, la di me sorella che vive in quel di Roma.
Credo che da quel momento in poi mia mamma comprerà abiti senza maniche perchè devono esserle certamente cadute le braccia. Per mia fortuna, ha probabilmente ponderato che le donne incinte non hanno tutte le rotelle al posto giusto a causa degli ormoni, ragion per cui ha saggiamente deciso di lasciar correre.
Ho quindi preso posizione davanti ad una scodella comoda e tonda dove ho versato tutti insieme, gli ingredienti sopra elencati. Per pesare l'olio potete servirvi di un bicchierino di carta avendo cura di fare la tara.
Nel frattempo è bene collegare alla presa della corrente il ferro dove andremo a cuocere l'impasto. Mi raccomando, è necessario che sia rovente.
Per dovere di cronaca, esistono 3 ricette ( almeno 3 sono quelle in mio possesso) per questo tipo di dolci, ricette che differiscono per l'aggiunta o meno di alcuni ingredienti e per il variare di alcune quantità. Ma attenzione attenzione, udite udite, ogni ricetta vuole un ferro apposito per la cottura.
Le FERRATELLE dure richiedono il ferro artigianale che si arroventa sulla fiamma, quelle intermedie che stiamo prendendo in esame si adattano all'apposito ferro elettrico, quelle morbide vogliono un terzo specifico arnese.
Mentre la di me amabile sorella imprecava dalla finestra della chat di Skype perchè defraudata del sacrosanto diritto di abbuffarsi delle mie deliziose pizzelle farcite con ogni ben di Dio, nella stanza aleggiava festoso il rumore del frullino elettrico che stavo per immergere nell'impasto ottenuto dalla mescolanza degli ingredienti.
Suggerisco, miei cari piccoli lettori, di 1. IMMERGERE IL FRULLINO. 2. ACCENDERLO.
In questo specifico caso non vale la proprietà dell'addizione per cui cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Cambia eccome.
Se si segue la regola : 1. ACCENDERE IL FRULLINO. 2. IMMERGERLO NELL'IMPASTO, si otterrà come risultato una cucina a strisce, una ciotola che rimbalzerà impazzita sul tavolo, una genitrice in preda a convulsioni, e, nel mio caso, la tastiera del nbook ricoperta di sostanza oleo-appiccicosa.
Nel frattempo il ferro è più che rovente, direi piuttosto fumicante.
Altro suggerimento ( mi dispiace non potete disattivare l'opzione suggerimenti automatici per questo blog), spennellare, prima di versare il composto, il ferro fumicante con dell'olio di oliva su ambo le superfici, passando con cura negli interstizi, per evitare che le delizie si attacchino al ferro e si brucino.
Ora.
Avete già l'acquolina ai lati della bocca.
Con la coda dell'occhio state già individuando il barattolo maxi della Nutella/Marmellata per calcolare con esattezza astronomica quanti millisecondi occorreranno per agguantarlo dopo aver cotto le Pizzelle.
Avete, per le ragioni di cui sopra, dimenticato il particolare del fumicamento del ferro e sarà mooolto probabile che non afferrerete l'arnese per il manico di legno ma andrete a sfiorare con le vostre tenere carni parti che raggiungono la temperatura di fissione dell'atomo.
Vi servono a questo punto un cucchiaio ed un cucchiaino. Con il cucchiaio prelevate dalla ciotola un quantitativo non eccessivo di impasto, quindi, in un tempo incredibilmente breve, sennò si raffredda il ferro, aiutandovi con il cuc.no fate scendere l'impasto al centro del ferro e chiudete subito per una manciata di secondi.
Troppo impasto avrà come conseguenza lo straripamento dai bordi. Con un paio di cucchiaiate andate male dovreste individuare il quantitativo giusto.
Dopo la manciata di secondi potrete staccare la pizzella dal ferro e adagiarla fragrante su un vassoio.
State attenti a non sbavarci sopra, non è proprio il massimo qualora voleste offrire le delizie ai vostri commensali.
Con le quantità indicatenegli ingredienti si otterrà un bel vassoio pieno di pizzelle, bastevoli a soddisfare le vostre e le altrui carenze di affetto.
Qui oggi non si parla di vino.
Bevete.... gnam....Quelmo mche mvi mpare, crunch, spalm, nutell.......
:)

mercoledì 28 ottobre 2009

Al Contadino Non Far Sapere Quanto è Buono il Cacio Con Le Pere..


A me il cacio con le pere è sempre andato a genio, fin da quando mia nonna me lo propinava a mo' di merenda nei pomeriggi piovosi degli autunni paesani.
Più precisamente trattavasi di cacio parmigiano reggiano e pere piccole, succose e zuccherine. Sode e scrocchianti che ti veniva voglia di mangiarne anche la buccia e i torsoli come fece Pinocchio.
Ecco, nella ampia disponibilità di tempo libero lasciatami in eredità dal terremoto e aumentata dall'arrivo di Ginevra, me ne sto sovente a rimuginare su fatti di cucina e sono giunta alla conclusione che l'essere cresciuta tra odori di sughi domenicali e vassoi di morbida pasta all'uovo ruvida di farinao, appunto, merende fatte di cacio e pere, abbia fortemente influenzato il mio senso del gusto nonchè prodotto cotanta fissazione per l'arte culinaria.
L'alternativa è supporre che nella mia vita precedente devo essere stata una cuoca o roba simile.
Ma non stiamo qui a contare i buchi del gruviera e andiamo oltre.
Arriviamo cioè alla preparazione odierna, frutto di una visione ante pranzo, giunta mentre attendevo con (poca) ansia la mia razione quotidiana di cibo scondito.
Il divano mi accoglieva sofferente, credo che i cuscini abbiano tutt'ora mantenuto memoria delle mie forme e non stiamo parlando di forme di cacio; nella mia mente si è all'improvviso materializzata l'immagine di una pera, bella , soda, succosa, di quelle a buccia verdolina. Scontato che una frazione di secondo dopo, accanto alla pera ci fosse un pezzo di cacio.
Ma le due cose prese così separatamente ancora non intendevano di funzionare a dovere. Bisognava fare qualcosa, fondere due essenze distinte, amalgamare un dolce e un salato per dar vita ad un piacevole contrasto di sapori.
Questo tarlo mi ha tormentato fino a sera, allorquando sono riuscita ad impossessarmi della cucina di mamma' e a dare sfogo alle mie inquietudini di cuoca in erba.
Punto 1. Mancanza di pere verdi. Avevo delle grosse e assai polpose e zuccherine pere Abate, quelle con la scorza marroncina e rugginosa per intenderci.
Quindi si poneva il problema di come smorzare un poco il sapore eccessivamente dolce.
Punto 2. Niente parmigiano, ma una bella forma , bassa e stagionata, di pecorino dei pascoli laziali.
Ho fatto la prova di questo che può essere usato come antipasto o aperitivo ( 4 persone) utilizzando una pera piuttosto grossa, pulita e sbucciata poi frullata nel mixer fino ad ottenere una polpa morbida e senza grumi.
Mi è balenata l'idea di smorzare lo zucchero con una grattata non troppo generosa di noce moscata.
Ho lasciato riposare il composto per qualche minuto in frigorifero ma, anche se coperto, ho notato che tende ad ossidare molto velocemente e quindi ad annerirsi.
Nel frattempo, avevo già posizionato sul fornello grande, quello delle feste, un testo antiaderente, ( avete presente quello per le piadine?? ecco , quello.)
Ad attrezzo ben caldo, ho messo a rosolare due minuti per parte 8 fette di pecorino tagliate nè spesse nè sottili.
Poichè si parla di un cacio molto stagionato , non si è dissolto nel nulla come succede alle caciotte o al galbanino, ma ha formato una deliziosa crosticina su una pasta leggermente filante.
I DUE MINUTI PER PARTE sono tempo sufficiente a preparare nel mentre la base dell'antipasto e cioè tirare fuori la purea di pera e metterla nei piatti formando un disco.
Adagiarvi sopra due fettine di formaggio caldissimo e condire con un filo di aceto balsamico di ottima qualità. No, non la bottiglia di vino andata a male...
Servire immediatamente per favore.
GRAZIE.
Ah scusate... vorreste sapere il vino.. Ma mica ve lo devo dire per forza eh.......
( sedie ribaltate, tavoli per aria, bicchieri rotti...)
OK OK non mi ditruggete la cucina!!!
Ho stappato un semplicissimo ma ammirevole Masciarelli Rosato IGT delle Colline Teatine, fresco di frigo, classico, limpido, intenso e fine, dal sapore fruttato. Non so se è l'abbinamento perfetto. A me è piaciuto alquanto.
E' un vino da circa 5 euro o giù di lì, ma per favore, come dice Totò " Un mignolo.... ma che sia vino!!"
Quindi niente bevande in cartone per piacere.
ANDATE A MANGIARE VA'...